Se da una parte gli artisti di successo avrebbero l’obbligo di esplorare nuove forme  espressive e nuovi sistemi di percezione, è altrettanto vero che questa opportunità è riservata agli eroi. Il successo popolare, tra gli altri enormi costi implicati, impedisce anche e forse soprattutto qualunque deviazione dall’immagine pubblicamente percepita, quindi assestata, infine cristallizzata.

Questo lavoro è esemplare in quanto del tutto eccentrico a questa norma. I protagonisti, notissimi e privi di pseudonimi, si azzardano in terreni cui non è facilissimo assimilarli, in un esperimento riuscito e denso di possibilità.

Il trucco di assumere un’altra identità come compositori di colonne sonore per il cinema non è inedito, ma qui perlopiù si tratta di filmati inesistenti, pretesti piuttosto che contesti. L’azzardo è reale ed il suono splendente, mi chiedo quale successo di pubblico possa aver avuto. Docici anni dopo il volume 2 non è ancora uscito.

Un suono energico che deroghi dal familiare chitarra, basso e batteria non è facilissimo da trovare, in questo senso il tentativo è un ottimo esempio. La voce fintamente usuale, che in realtà con equilibrio e forza si spiega in dimensioni molto differenti, è probabilmente il trait d’union con il suono popolare, sempre imprescindibile.