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Dagli anni trenta del secolo XX, nei quali il concetto stesso di evento musicale ripetibile divenne estremamente popolare, attraverso il 1968, anno in cui le vendite di dischi di lunga durata divennero effettivamente colossali, almeno fino al 1978, il disco ha rappresentato il feticcio primario della fonografia. Le vendite rilevantissime degli artisti pop, ma anche di musica “classica” e jazz, hanno rappresentato un oggetto di analisi antropologica, oltre che tecnica e culturale: l’intera percezione dell’evento musicale come affatto facilmente ripetibile.

Se Walter Benjamin non affronta il disco come oggetto di interesse particolare, è perchè egli non comprende la possibilità di montaggio di spezzoni non legati nello spazio e nel tempo, che considera riservata al cinema. Dobbiamo in effetti attendere le azioni compiute da Karlheinz Stockhausen a Darmstadt per comprendere la portata del montaggio sonoro. L’oggetto disco, come pretesto per una produzione ad hoc, diviene allora rilevante davvero, non solo come strumento di distribuzione e marketing, ma proprio come fatto musicale.

Oggi (da Teo Macero che ricompone le improvvisazioni di Miles Davis almeno) il prodotto della registrazione sonora è sempre un vero e proprio montaggio, tranne forse che per alcuni puristi. Apparentemente, il disco è un problema di diffusione o di distribuzione: al contrario, è un oggetto musicale perché non riproduce nulla se non sé stesso. Se la questione non è di riproducibilità ma di produzione, allora la riproducibilità che ci interessa non è la possibilità di ottenere una copia, ma la possibilità di ottenere più originali. Se la produzione discografica è un procedimento creativo, sostenuto da tecniche specifiche, allora il risultato è un insieme di originali, tutti identici. Quello che ci interessa non è la qualità di un unico originale, ma la possibilità che tutte le caratteristiche del risultato del processo siano riconoscibili in uguale misura nei diversi esemplari.


Under an Holy Ritual – Alio Die – 1992
the River of Appearance – Vidna Obmana – 1996
Substrata – Biosphere – 1997
World Receiver – Tetsu Inoue 1996
Savvas Ysatis – Taylor Dupree – Toyo Ito – Tower of Winds 1998
Glyph – Harold Budd Hector Zazou 2001
Thread – Travis & Fripp 2008